Cari aikidoka, buona sera.
Bentrovati al consueto appuntamento con la rubrica il Maistro Ripete.
Questa rubrica nasce dal desiderio di condividere i consigli e gli insegnamenti che il nostro maestro, Simoni Giorgio, V Dan Aikikai d’Italia, ha ricevuto direttamente, nel corso dei suoi 35 anni di pratica, da grandi maestri giapponesi, quali, a titolo esemplificativo, Nomoto-sensei, Hosokawa-sensei, Fujimoto-sensei e Tada-sensei.
Chiaramente, ci teniamo a precisare, queste nozioni in pillole, non intendono sostituire la figura di un vero maestro o di un allenamento costante.
Se sei un neofita e ti abbiamo incuriosito, ti invitiamo ad informarti e a ricercare un Dojo ove, eventualmente, potrai avvicinarti a questo splendido mondo.
Tecniche
Tachi-waza
Katatori Menuchi Ikkyo Omote diretto
Katatori Menuchi Ikkyo Omote con tenkan
Katatori Menuchi Ikkyo Omote con tenkan su seconda mano
Katatori Menuchi Iriminage diretto
Katatori Menuchi Iriminage con tenkan
Katatori Menuchi Kotegaeshi
Katatori Menuchi Kokyunage
Katatori Menuchi Jiujigaraminage
Katatori Menuchi Hijikimeosae
Katatori Menuchi Shihonage
Munetori Menuchi Ikkyo Omote diretto
Munetori Menuchi Ikkyo Omote con tenkan
Munetori Menuchi Ikkyo Omote con tenkan su seconda mano
Ushiro Ryotetori Ikkyo Omote
Ushiro Ryotetori Nikyo Omote
Ushiro Ryotetori Sankyo Omote
Ushiro Ryotetori Kokyunage
Cosa ricordarsi?
In questo periodo le emozioni e le aspettative sono molte all’interno della nostra famiglia, ma questo non giustifica la non applicazione di un po’ di Zen alla pratica dell’Aikido.
In prima analisi bisogna lavorare con decisione sulla “smerigliatura” dei dettagli, non tanto per gli esami che si avvicinano, quanto per evidenziare e correggere quei difetti che altrimenti rischiamo di portarci dietro.
Per farlo, più che mai, lo Zen ci viene incontro.
Dobbiamo acquisire e perfezionare la nostra Consapevolezza: le mani sono al loro posto? La postura è corretta? Ho eseguito tutti i movimenti? Cosa c’è di sbagliato? Uke cosa mi comunica?
Una volta individuati i difetti bisogna, tecnica dopo tecnica, consapevolmente correggerli, prestando attenzione alle indicazioni del maestro e a quello che stiamo facendo.
Se non c’è consapevolezza in quello che facciamo, difficilmente ci ricorderemo qualcosa.
In alcune tecniche è facile individuarli, ma difficile correggerli se non si presta un po’ di attenzione; un esempio su tutti Ushiro Ryotetori: stiamo uscendo andando indietro o cambiamo posizione? Cerchiamo la sabbia da lanciare negli occhi o preferiamo alzare le braccia per facilitare il passaggio?
Senza questo tipo di lavoro, ogni sviluppo futuro è privo di crescita e prospettive.
Una cosa che può aiutare molto la nostra pratica è considerare che ogni tecnica ha una serie di movimenti più o meno standard, dei passaggi obbligati dai quali non si può scappare.
Il nostro lavoro deve essere quello di regolare la tecnica nel giusto numero di movimenti, vale a dire, senza aggiungerne, toglierne o scombinarne l’ordine, questo al fine di rendere più efficiente l’individuazione degli errori, ma anche l’efficacia della tecnica stessa.
E come al solito, una parola la spendiamo anche per uke.
Siate morbidi! Bisogna seguire per non farsi male! Usate tutto il corpo, non arrendetevi, segnalate a tori gli errori (come in shihonage), siate partecipativi, diritti, svegli!
Ci auguriamo di riuscire a padroneggiare questo controllo di noi stessi e delle nostre emozioni tale da permetterci uno studio corretto, l’eliminazione dell’ego e un’armoniosa pratica.
Come sempre, ulteriori immagini sono disponibili sul nostro account Flickr