Dal 14 al 24 Maggio si è tenuta a Milano la mostra Nihontō – Arte Pericolosa presso la Galleria di Giuseppe Piva nella centralissima Via San Damiano.
Parte di un evento più ampio, denominato &MilanoAsianArt, la mostra di Giuseppe Piva, che spazia dalle lame alle armature passando per freccie ed elmi, benché numericamente esponesse pochi pezzi, qualitativamente si è rivelata essere ricchissima.
In un ambiente intimo e ben curato la visita è stata lunga e molto istruttiva; riviviamo assieme, pezzo dopo pezzo, il percorso dell’esposizione di Piva.
Prima di iniziare, tuttavia, vorrei far notare che le considerazioni di natura tecnica derivano dal mio studio personale (ancora in corso) e dall’osservazione in teca delle lame, pertanto, in caso di inaccurate osservazioni vi prego di scusarmi anticipatamente ed eventualmente far rilevare mancanze od errori; d’altronde il mondo della spada giapponese è vastissimo e lo studio richiede anni di dedizione, mostre ed osservazioni; spero possa scaturire da questo articolo un bello scambio di opinioni ed una piacevole discussione sull’arte più affascinante e pericolosa del Giappone.
Daisho in Koshirae

Lame mumei (non firmata) probabilmente Kanefusa, periodo Muromachi Sue-Seki (1570 circa).
Dipinto con Calligrafia

La spada può uccidere una persona
e lasciarne viva un’altra
La qualità di una spada
dipende da come viene usata.
Estate 1939 – Generale Maggiore Harada
Kakuzukin-nari kawari kabuto

Elmo straordinario da samurai risalente al periodo Edo, XVII secolo proveniente dal Museo Arashiyama di Kyoto, abbinato ad un Ressei menpô di scuola Myôchin del solito periodo.
Yoshindo Yoshihara no Tanto




Due splendidi Tanto realizzati dal maestro spadaio Yoshindo Yoshihara (1943). Lame prive di qualsiasi segno di attività e difetti, con superficie scintillante di riflessi bluastri. Si apprezzano un Hamon lattiginoso con Yakiba chiaro.
Il primo Tanto presenta Hamon di tipo Suguha mentre il secondo di tipo Notare, entrambi con cristalli di Nioi.
Nel secondo Tanto si possono individuare due sgusci, di cui il principale è di tipo Naginata-bi con soe-bi parallelo.
Entrambe sono lame di grande pregio e abile forgiatura.
Shintôgo Kunimitsu no Tanto

Il pezzo più pregiato della collezione esposta; Datato 1290 e firmato Shintôgo Kunimitsu, maestro del celebre Masamune.
Specializzato nella realizzazione di Tanto è stato il fondatore della scuola Soshu-den.
Palese in questa lama è il riflesso blu-porpora della superficie con hamon di tipo Suguha (usuale in Kunimitsu).
Lungo la lama Futatsuji-bi di tipo koshi con un terzo hi nei pressi del nakago apparentemente di tipo Tanago-bara.
La lama presenta pochissime attività ed è in ottimo stato di conservazione, il che le è valso il Juyo Token rilasciato dalla NBTHK.
Koyama Munetsugu no Wakizashi
Wakizashi di tradizione Bizen, forgiato nel secondo mese del 1874, poco dopo la fine dello Shogunato Tokugawa, presenta un Hamon di tipo Gunome (probabilmente Choji-Gunome) con nioi, davvero affascinante, con pochissime attività e un bel riflesso di superficie che denota una lama di gran pregio.
Munetsugu, al suo tempo, era considerato come il miglior fabbro della Bizen-den e certamente fra i migliori del periodo Shinshinto.
Kodoshi Kabuto

Elmo Koboshi Kabuto a 62 piastre della scuola Haruta realizzato in epoca Edo, viene presentato con un Okina menpô realizzato da Yoshiatsu nel XVIII secolo.
Hosokawa Itomaki no Tachi Koshirae

Bellissimo esemplare di Tachi-no-koshirae, datata circa 1570 con certificato Juyo Tosogu rilasciato dalla NBTHK nel 1971.
Stiamo parlando di un rarissimo esempio di montatura Tachi del clan Hosokawa, come evidenziato dai numerosissimi Mon in oro e lacca presenti su tutta la montatura.

La bellezza artistica di questa montatura di tipo Itomaki è a dir poco sconvolgente, così come lo stato di conservazione impeccabile.

Bisogna fortemente considerare la rarità di questo pezzo.
Solitamente le koshirae Itomaki sono relativamente “recenti” mentre, un esemplare come questo, e con il livello di rifiniture di lacche, finimenti, seta e materiali, risulta ancora più impressionante.
Durante il periodo Edo, infatti, le Tachi non venivano più portate, ma usate esclusivamente per cerimonie, regali o donazioni ai templi.

I Mon di famiglia sono realizzati in lacca Tamaki-e nel fodero ed in Takabori Iro-e per i finimenti.
Questo tipo di montatura è divenuta di uso comune nei cerimoniali a partire dal XVII secolo.
O’Wakizashi

Lama Mumei epoca Mino, proveniente dal Metropolitan Museum di New York e risalente al 1580, probabilmente nasceva come uchigatana, successivamente accorciata, come inducono a pensare i due mekugi-hana molto ravvicinati.
Con pochi segni di attività e difetti quasi assenti, presenta un hamon di tipo probabilmente Notare e Futasuji-hi di tipo kaku-dome. In buono stato di conservazione generale, l’acciaio è lucente e la lama pare di buona qualità, con Moto-kasane e Moto-haba molto accentuati che conferiscono alla lama un aspetto massiccio.
Yoshioka Ichimonji no Katana

Katana di epoca Bizen, risalente al 1320 circa, mumei, ma probabilmente di Yoshioka Ichimonji, è accompagnata da un certificato NBTHK di Juyo Token.
Splendido hamon lattiginoso di tipo Gunome o Gunome-sanbon-suji di nioi. Parrebbe presentare un Hada di tipo Ayasugi.
L’acciaio appare di gran lucentezza con riflessi bluastri sinonimo di un’ottima forgiatura.
La lama è percorsa da un Hi di tipo Bo-bi.
Shizu Kaneugi no Katana

Katana in Koshirae (esposto separatamente) risalente al 1320 circa e attribuita, benchè mumei a Shizu Kaneugi; è accompagnata da un certificato Juyo Token della NBTHK.
Bellissimo hamon di tipo Gunome lattiginoso, di nioi, la lama presenta O’Kissaki e nessun hi.
Uchigatana Koshirae



Tre splendidi esemplari di Koshirae in perfetto stato di conservazione rappresentano l’essenziale bellezza ed il fascino delle lame giapponesi.
I primi due koshirae sono destinati ad ospitare le due lame precedentemente descritte.
L’uchigatana più in basso non è solo un koshirae, ma ospita anche una splendida lama di cui andiamo subito a parlare.
Kanefusa Sue-Seki no Katana

Mirabile esempio di Katana in koshirae del 1570, mumei, probabilmente Kanefusa, presenta un hamon di tipo Hako-midare parzialmente chogi e Boshi di tipo Midare Komi e pochissime attività sulla lama.

Il koshirae è in ottimo stato di conservazione, con fodero in lacca ishime nera e menuki a forma di vasi di fiori.
Dô-maru Tosei gusoku



Bellissima armatura completa di epoca Edo (XVIII secolo) ricca di dettagli e in perfetto stato di conservazione e finiture di altissimo livello.
Yanone e Utsubo


Punte di freccia molto raffinate ed in ottimo stato di conservazione risalenti al periodo Edo con faretre da viaggio del medesimo periodo.
Tsuba Chosu ed altre

Al centro della fotografia è visibile una Tsuba Choshu di epoca Edo a firma Kawaji Tomonao, risalente al XVIII secolo.

Presenti alla mostra anche un antico bokken in legno con Tsuba in ferro ed altri oggetti minori.

Durante la visita ho avuto occasione di visionare oggetti non in mostra, come i bellissimi Netsuke o altre lame non esposte, nell’ottica di una conversazione approfondita e piacevole con il Maestro Piva, antiquario accreditato, ottimo conoscitore della materia e docente di Iaido e Kendo a Milano.
Certamente Giuseppe Piva sarà il mio riferimento per il futuro acquisto di una lama giapponese.
Con piacere ricorderò questa mostra e attenderò la prossima.
Bell’articolo, grazie di averlo condiviso. Mi piacerebbe ripubblicarlo sul blog, posso?
Grazie mille per l’apprezzamento!
Certo che puoi pubblicarlo sul blog!
È un’onore!
Grazie a te, sono altettanto onorato 😉
L’ha ribloggato su Tanto tanto keikoe ha commentato:
Ripubblico e condivido un interessante articolo di Ganfranco Taormina pubblicato sul blog dell’Aikido Club di La Spezia, che ringrazio per il permesso di ripubblicare.