Gianfranco a Viareggio

Ciao a tutti cari aikidoka, come di consueto, ormai, il sottoscritto, al termine di uno stage, prende la matita e butta giù alcune considerazioni per condividerle con tutti voi praticanti e non.

Questa volta non sono andato particolarmente lontano, con Luca B. siamo partiti alla volta di Viareggio dove il M°Cardia, ospite dell’Hikari Dojo, ha tenuto uno stage molto interessante.

Il M°Cardia ha condotto una lezione incentrata molto su tecniche e condizione di base al fine di riscoprirle e svilupparne un percorso che ci ha visto balzare da Shomenuchi a Katatori, da Yokomenuchi a katatetori aihanmi e via discorrendo.

Instancabile e molto chiaro nelle sue spiegazioni, il M°Cardia ha teso a sottolineare condizioni universali per un corretto lavoro di studio di Tori ed Uke.

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Le tecniche

Tachiwaza
Shomenuchi
Ikkyo Omote
Katatetori Aihanmi
Ikkyo Omote con Tenkan
Shionage Omote
Kokyunage
Katatori
Shionage Omote e Ura
Nikyo Omote e Ura
Suwariwaza
Katatori
Nikyo Omote e Ura
Tachiwaza
Yokomenuchi
Iriminage interno esterno
Sankyo Omote e Ura
Kokyunage jiuwaza
Suwariwaza
Ryotetori
Kokyu ho

Sulle Tecniche

Primo punto fondamentale è il mantenimento del centro, sia per Tori che per Uke; ogni movimento è in funzione di ciò.

Le braccia, due, ognuna indipendentemente dall’altra, controllano uke;
Interessantissimo, da questo punto di vista, tutto lo studio su Shionage e kokyunage da katatetori aihanmi, così come le tecniche da Yokomenuchi.

Il controllo di uke viene eseguito grazie a tutto il corpo, con movimenti precisi e lavorando sulle gambe;
A tale scopo lo studio di Katatori Shionage ha evidenziato questi requisiti; sfruttando tre uscite differenti e, perchè no…anche la testa.

In Kokyuho, il M°Cardia ha voluto dimostrare come, indipendentemente da chi sia l’iniziativa, Tori decide dove uke deve prendere (se vuole essere preso) in quell’eterno gioco di equilibri del “dare per avere”.

Ogni tecnica è stata tesa dal concetto, peraltro sperimentato, del sentire uke, ed uke certamente era coinvolto e posto sotto l’attenta guida del M°Cardia che più volte ha rimarcato, ponendosi lui stesso nella condizione, quale tipo di lavoro dovesse fare uke per essere una cosa viva, reattiva, flessuosa, operante alla costruzione della tecnica.

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Il lavoro di Uke

Uke usi tutto il corpo, non sia passivo e si allunghi moltissimo.
Durante la pratica sia morbido e segua molto tori, in modo da aiutarlo con movimenti il più possibile fluidi e rilassati.
Attaccando Uke metta tutto se stesso, con decisione ma in morbidezza, portare il colpo, preciso, l’importante è che non arresti il suo movimento in quel solo colpo, continui piuttosto con risolutezza l’azione di attacco.
Uke cerchi di non perdere mai di vista lo sguardo di Tori, questo aiuta la postura e la reattività del corpo.
Il lavoro di Tori
Tori esegua le tecniche studiando e con fluidità, le condizioni si creano con il controllo di Uke e la giusta distanza;
fondamentale é non interrompere la tecnica e, anche se con difficoltà, cercare di portarla avanti.
Non bisogna scordarsi di avere due mani, che vanno usate indipendentemente l’una dall’altra; infatti, a seconda della tecnica, alcune volte é una piuttosto che l’altra a controllar Uke.
Bisogna sentire Uke e le sue esigenze, sarà lui, infatti, a decidere se e quanto faticare, per noi l’importante é che sia sotto controllo.
Bisogna ricordare di adoperare tutto il corpo, un buon gioco di gambe aiuta la tecnica e lo squilibrio di Uke più di quanto possa fare il contare esclusivamente sulla forza delle braccia.
Conclusioni
Con mio grande rammarico non ho potuto partecipare al secondo giorno di allenamento (prima il dovere e poi il piacere) vuoi per l’Aikido tecnico, ma anche per quello relazionale; Non mi stancherò mai di ripetere come il clima rilassato e la presenza di molti amici di tatami, contribuiscano fortemente alla crescita e al perfezionamento tecnico.
Un grazie di cuore a chi mi ha sopportato e guidato, insegnato e corretto, ma soprattutto incoraggiato durante queste quasi tre ore di lezione.
Sono convinto che questo studio stia dando molto al mio Aikido di tutti giorni, facendomi compiere un lavoro di importazione sulla pratica quotidiana che il mio Maestro Giorgio, con solerzia e dovizia di particolari, mi insegna da oltre dieci anni.
A voi tutti, un arrivederci sul tatami al prossimo e quantomai gradito stage!
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