Ciao a tutti ragazzi e bentrovati sul nostro Blog.
Nonostante le allerta meteo sparse per tutto il nord Italia, ed una giornata cominciata decisamente all’alba, raccolgo tutto il mio coraggio ed affronto un uggioso lunedì di marzo…
Introduzione
Come alcuni di voi sapranno, nel mio periodo di studi genovesi, non potei portare avanti la pratica aikidoistica a causa dell’assenza dell’Aikikai nella repubblica marinara, così, dopo un periodo di riflessione e di ricerca, ebbi modo di iniziare a praticare Iaido e Kendo presso l’Andrea Doria Genova Kendo.
In quel contesto ebbi modo di conoscere persone straordinarie, dall’animo buono e con il cuore grande, nonché maestri di alto livello e preziosissimi senpai, con i quali condivisi esperienze fantastiche ed emozionanti.

La mia strada ebbe poi da dividersi da quel contesto per scelte di vita (tornai a La Spezia) e da allora rimasi comunque in buoni rapporti, ed in contatto, con il mio vecchio Dojo.
Ebbi modo di scoprire, qualche tempo dopo, che uno dei miei senpai, Jonatan Ochoa Yanez, IV Dan, dopo aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento, aveva aperto il suo Dojo presso la Naima Academy.
Inizialmente mi era impossibile andarlo a trovare poiché, all’epoca, fra il lavoro traballante e la pratica aikidoistica, non mi era possibile coniugare questo desiderio.
Finalmente, ora che la mia vita ha raggiunto un certo equilibrio ed una certa stabilità, ho avuto la possibilità di andare a trovare il mio vecchio senpai, divenuto ora un abile maestro.

Lo Iaido
Iaido 居合道 , che vuol dire letteralmente “via dell’unione dell’essere”, è un’arte marziale giapponese dedicata allo studio dell’Arte della Spada, a partire dal modo di estrarla [batō] a quello di infoderarla [Notō] passando per il metodo di esecuzione del taglio e dallo studio dei vari tipi dello stesso.
In Giappone esistevano ed esistono tutt’ora svariate scuole di Iai, alcune antichissime, altre più recenti. Con l’invasione e dominio americano del dopoguerra, i giapponesi, gravati dal proibizionismo della loro storia e cultura, per far sopravvivere queste antiche scuole, riunirono in 13 kata le forme base di riferimento di ognuna di esse, da integrare, poi, con lo studio delle forme antiche e tradizionali.
Proprio attraverso lo studio dei kata di Iaido, il praticante, cerca di divenire tutt’uno con l’avversario e con la sua spada, ovvero l’anima del samurai, e di conseguenza con l’universo.
Centrale nella pratica dello Iaido è l’espressione corretta del rispetto e della sicurezza e sincerità del taglio, che riflettono lo spirito del praticante.

La Lezione
Arrivo alla Naima Academy di largo anticipo e, considerando che erano passati quattro anni dall’ultima volta che ho indossato obi ed hakama da Iaido, mi sono preso il tempo necessario per prepararmi adeguatamente.
Attendendo all’esterno del Dojo, i praticanti, uno dopo l’altro, iniziavano ad arrivare, in ordine nelle loro uniformi, così, in attesa del maestro, iniziamo a conoscerci e a scambiare qualche parola.
Con l’arrivo di Jona, nel suo splendido yukata, la lezione può avere inizio.
Dopo l’articolata cerimonia del saluto [al Kamiza, fra praticanti ed alla spada] la lezione si snoda attraverso una serie di esercizi propedeutici per lo studio del taglio.

Il maestro si sofferma a sottolineare come la mano destra non debba assolutamente applicare alcuna forza, bensì rassegnarsi al ruolo di guida, infatti, il tutto, è gestito dalla mano sinistra, la quale, necessariamente, deve far compiere alla spada un movimento ampio, morbido, rilassato e perfettamente circolare, da eseguire anche con lentezza, senza forzare la spada al fischiare. Ben più importante risulta, infatti, la qualità generale del taglio rispetto ad un’espressione magari più energica ma sporca dello stesso.


L’azione di taglio, ovviamente, è interamente collegata al corpo [ken-tai], pertanto, lo stesso, deve eseguire un movimento adeguato.
In primis bisogna curarsi che le anche siano orizzontali ed il nostro centro si prolunghi nella spada; quando si va ad eseguire il taglio, le anche, ed il tanden, avanzano e si abbassano, l’apertura delle gambe è ampia, i talloni, in linea con le stesse, toccano terra; solo a quel punto, l’esecuzione del taglio, decisa e in un movimento fluido, può rivelarsi completa.

Al termine del taglio, l’esecuzione di chiburi (che serve sì per pulire la lama dal sangue, ma che è ,a tutti gli effetti, un taglio vero e proprio) deve essere eseguita celermente, la punta della lama, al termine, difende il mio centro.
Esistono vari tipi di chiburi, uno per kamae, ed ognuno ha delle sue peculiarità; in particolare, quello da chudan-no-kamae, va eseguito pensando a “come il cuoco, dopo aver tagliato le carote, le scosta lungo il tagliere”; la rapidità di esecuzione di chiburi li accomuna tutti.

Il Notō va eseguito con gran cura. La mano sinistra copre l’imboccatura di koiguchi, senza mai aprirsi, la saya si protrae “fagocitando” la lama; il tutto si svolge al centro del corpo, con sguardo vigile e molto zanshin, nella dovuta calma e rispetto dell’avversario ucciso.

A questo punto ci siamo concentrati nell’esecuzione di due kata, Mae, il primo kata, da eseguire in ginocchio, e Ganmen-ate che si svolge, invece, in piedi.
L’esecuzione di un kata ha come obiettivo la correttezza dei movimenti e dei tagli, così come il giusto timing nell’esecuzione delle varie parti che lo caratterizzano.
A presto!
Al termine della lezione e della foto di gruppo, ho avuto il piacere di soffermarmi in una lunga chiacchierata con Jonatan che ha avuto lo scopo un po’ di aggiornarci, ma anche di inquadrare sviluppi futuri alla mia visita.
Per me è stato un piacere indescrivibile ritrovare Jonatan nelle vesti di maestro, e desidero, compatibilmente con il mio tempo e lavoro, onorare il suo Dojo della mia presenza per poter continuare lo studio dello Iaido, che molto aveva dato, a suo tempo, al mio Aikido.

Con Jona sono sempre rimasto legato da una buona amicizia e riconoscenza dovuta, fin dai tempi dell’Andrea Doria, alla severa cura ed attenzione meticolosa che riversava nella mia formazione, la stessa che dedica ora ai suoi allievi, cercando di renderli impeccabili nell’esecuzione, precisi nella forma, ma soprattutto, samurai inside!
Volevo pertanto ringraziare tutti, dai gestori della Naima Academy a Jonatan ed i suoi allievi, per la cortesia e la generosità dimostrata nei miei confronti nell’accogliermi e nel farmi sentire parte del gruppo; volevo estendere il ringraziamento anche da parte del mio Iaito, Sokuten Kyoshi, la quale non vedeva l’ora di scrollarsi di dosso un po’ di polvere 😉 !
A tutti confermo il mio arrivederci e gli auguri per la migliore pratica.
